Responsabile: Angela Cuttitta

Parole chiave: microplastiche  risorse marine  sostenibilità

Abstract

I rifiuti sono una delle principali minacce agli ecosistemi marini e rappresentano un rischio crescente alla biodiversità, l’ambiente, l’economia e la salute.

Sono almeno 135 le specie marine mediterranee che ingeriscono oggetti di plastica o vi finiscono intrappolati e il risultato è spesso fatale. Col tempo la plastica si frammenta, senza mai dissolversi del tutto. Questa polvere di plastica è un pericolo ancor più insidioso: i frammenti possono essere ingeriti prima dal plancton e poi, via via, da tutti gli anelli della catena alimentare. Ma i rifiuti costituiscono anche un problema economico: si calcola che ogni anno in Europa si spendano 630 milioni di euro per la pulizia delle coste. II Mediterraneo e uno dei mari con la più alta concentrazione al mondo di microplastiche. Questi frammenti possono assorbire e concentrare gli inquinanti disciolti in mare ed essendo facilmente ingeriti dagli organismi acquatici più minuti, rischiano di accumularsi via via nella catena alimentare. Le microplastiche possono quindi avere un impatto sull’ambiente maggiore di quanto le loro dimensioni possano far pensare: per questo sono ritenute una delle sei emergenze mondiali dell’ambiente.

Obiettivi

In aree di studio opportunamente selezionate per problematiche ambientali quali: presenza di complessi industriali, apporto di acque dolci, centri abitati, accertata presenza di microplastiche e la presenza di marinerie con rilevante sforzo di pesca, si prevede il campionamento della matrice acqua, del sedimento e del biota. I siti oggetto di studio sono i seguenti: Isole Egadi, Campo felice di Roccella, Milazzo, L’area tra la provincia di Siracusa ed Augusta, Licata, Sciacca.

Saranno analizzati i risultati al fine di una valutazione in merito all’effetto delle microplastiche sul biota nonché alla divulgazione e correlazione a fattori di sviluppo economico e sociale nell’area del mediterraneo.