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12 ottobre 2014, ore 9.30 La bellezza salverà il mondo? Teatro Sociale via Colleoni, 4 - Bergamo |
Organizzazione CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche - ISSM Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo
In collaborazione con Associazione BergamoScienza
Nutrire una popolazione in continua crescita in un contesto di instabilità dei mercati agricoli internazionali, cambiamento climatico, contrazione delle rese agricole, limitata disponibilità di terra e acqua. Questa nuova consapevolezza ci obbliga a ripensare i sistemi di produzione agricola. Contribuire alla sicurezza alimentare e, allo stesso tempo, preservare le risorse naturali, è possibile se si valorizza la diversità in tutte le sue forme: biodiversità e agrobiodiversità, diversità genetica, diversità dei modelli colturali, delle tecniche di produzione, dei sistemi di conoscenza. La diversità è soprattutto bellezza: bellezza dei paesaggi, degli ecosistemi, dei sistemi colturali che con i loro contrasti e le loro irregolarità hanno da sempre caratterizzato la vita del pianeta. Esiste una correlazione tra erosione della diversità, perdita della bellezza e fame. Distruggere la diversità e, quindi, la bellezza, fa scomparire le alternative e la mancanza di alternative limita la nostra capacità di risposta e minaccia la sicurezza alimentare.
Intervento di Maria Luisa Chiusano, Università degli Studi di Napoli Federico II: La diversità è elemento necessario per la vita e per l'evoluzione: Ripercorrendo aspetti della biologia molecolare alla base della diversità biologica, un parallelo tra selezione naturale e selezione artificiale pone l’attenzione su un quesito fondamentale: biodiversità, bellezza e selezione artificiale sono davvero in contrasto?
Intervento di Idamaria Fusco, Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo: La Rivoluzione Verde (RV) si poneva l’obiettivo di promuovere lo sviluppo dei paesi del Sud del mondo attraverso un processo di modernizzazione dei sistemi agricoli tradizionali considerati inefficienti dal punto di vista produttivo. Nonostante la ricetta miracolosa della RV abbia consentito uno straordinario aumento della produttività delle varietà colturali maggiormente interessate dal processo di modernizzazione, non sempre questo risultato si è tradotto in un vantaggio per le popolazioni locali. Per molti paesi importare le tecnologie della RV ha implicato l’accettazione incondizionata dell’intera struttura dell’agricoltura industrializzata con tutti gli effetti che essa comporta sul piano socio-economico, agronomico e ambientale. Per nutrire la popolazione mondiale in un contesto di forti vincoli ambientali è necessaria la diffusione di una nuova rivoluzione verde molto diversa dalla prima che consideri non solo gli aspetti quantitativi, ma soprattutto quelli qualitativi della produzione agricola. Questo implica la coesistenza di sistemi colturali diversificati in gradi di minimizzare l’impatto sull’ambiente e amplificare gli effetti sulla lotta alla povertà e alla malnutrizione.
Intervento di Desirée A.L. Quagliarotti, Consiglio Nazionale delle Ricerche Napoli, Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo: Secondo le stime degli esperti, entro il 2050 la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi e questo richiederà un aumento del 70% della produzione alimentare globale. Allo stesso tempo, l’incremento e la volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli di base che stanno interessando il mercato mondiale lasciano presagire l’avvento di una nuova era di scarsità alimentare, frutto dell’aleatorietà climatica e della limitata disponibilità di risorse naturali strategiche per la produzione agricola: terra e acqua. Le recenti crisi alimentari hanno acuito il dibattito a livello internazionale tra quanti sostengono che l’aumento della produzione agricola possa essere raggiunto attraverso la diffusione del modello agricolo industriale e quanti puntano, invece, sulla valorizzazione dei sistemi agricoli tradizionali. Questa dicotomia di pensiero ha creato delle distorsioni interpretative che portano erroneamente ad identificare il sapere e le tecniche agronomiche tradizionali con la stagnazione e l’arretratezza e il sapere scientifico e le tecniche biotecnologiche con l’erosione e la manipolazione genetica. Agriculture is at a croassoroads. Questa è la conclusione cui sono giunti i 400 scienziati che hanno preso parte all'International Assessment of Agricultural Knowledge, Science, and Technology, la prima valutazione dello sviluppo agricolo su scala globale. Il bivio cui è giunta l’agricoltura ci obbliga a ripensare i sistemi di produzione agricola attraverso un approccio che valorizzi la diversità “colturale” e “culturale”.
Intervento di Alessandro Vitale, Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria, Consiglio Nazionale delle Ricerche Milano: La storia dell’agricoltura è la storia della lotta degli esseri umani per alterare i sistemi naturali al fine di ottenere alimenti in maniera più abbondante, salutare e costante possibile. Purtroppo, un presunto passato d’idilliaca convivenza con la natura non sembra essere mai esistito. L’ultimo secolo ha visto un aumento di produzione che non solo ha tenuto il passo con l’impetuosa crescita demografica, ma ha migliorato complessivamente la qualità dell’alimentazione mondiale. La genetica vegetale e le scienze agrarie nel loro complesso hanno contribuito in misura fondamentale a questo processo, ma si trovano attualmente sotto attacco da parte di oppositori molto influenti. Per alimentare in modo sano e sicuro una popolazione mondiale in continua crescita e al contempo proteggere e valorizzare gli ecosistemi e la biodiversità occorre la cooperazione di tutti: economisti, sociologi, agronomi, genetisti, biotecnologi, ecologi. Rifiutare le meravigliose possibilità fornite dalla ricerca scientifica, è una scelta errata e molto rischiosa.
Popolazione, sviluppo e ambiente: il caso del Mediterraneo
29-31 maggio 2014
Università Federico II di Napoli
Dipartimento di Scienze Politiche
Napoli, via Leopoldo Rodinò, 22
Aula Spinelli
Per info e iscrizioni vai a http://www.sieds2014.org
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Le pratiche dell'interdisciplinarietà. Risultati e problemi
8 gennaio 2014
Sala convegni Polo Umanistico CNR - 6° piano
Napoli, via Guglielmo Sanfelice, 8